La Legionella pneumophila e la Legionella spp, ceppi più frequentemente responsabili delle infezioni nell’uomo, sono batteri presenti negli ambienti acquatici naturali come acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi, ecc.

Da questi ambienti possono raggiungere quelli artificiali come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.

Inizialmente l’attenzione dei ricercatori si era soffermata esclusivamente sui sistemi di recupero e deumidificazione degli impianti di climatizzazione.

Successivamente sono state condotte indagini anche all’interno dei circuiti delle torri di evaporazione e dei sistemi di raffreddamento e all’interno delle reti di distribuzione e preparazione dell’acqua calda sanitaria dove, trovando condizioni ottimali per lo sviluppo, si è riscontrata la propagazione del batterio che ha poi contaminato gli ambienti di vita e di lavoro diffondendosi sotto forma di aerosol o nebulizzazioni.

Purtroppo, le consuete concentrazioni di disinfettante contenute nella rete idrica per la potabilizzazione dell’acqua, sono generalmente insufficienti a garantire l’assenza del batterio per cui diventa importante, specie all’interno delle comunità, attivare misure di prevenzione atte a garantire un buon margine di sicurezza.

La Conferenza Stato-Regioni, nella seduta del 7 maggio 2015, ha aggiornato ed integrato, con l’ausilio tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e di figure istituzionali esperte del settore, le “Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi” pubblicate nella G.U. del 5 maggio 2000 specificatamente per i gestori di strutture turistico-recettive e termali ma che sono utilissime valutazione del rischio in tutte le strutture ove vivono e lavorano numerose persone.

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